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Il cuoco piemontese ridotto all’ultimo gusto con nuove aggiunte ad uso anche della nostra Lombardia che insegna facilmente a cucinare qualunque sorta di vivande si grasso, che in magro […]. Milano, Giovanni Silvestri, 1832.

Rara sesta edizione con figure di questo importante volume culinario contenente tutte le ricette classiche della cucina piemontese; la prima edizione con questo titolo fu impressa a Milano nel 1791.

€ 1.050,00

Descrizione

In-8°, 3 cc. non num. inclusi 1 tavola, il frontespizio e la dedica,  3 tav. rip., 402 pagg. num., 1 c. non num.
Antiporta incisa da A. Biasioli riproducente un interno di cucina fiamminga tratta dal dipinto di David Teniers, frontespizio, dedica dell’autore ai lettori, 3 tavole ripiegate incise in xilografia: tavola di 16 coperti servita a 13 per cena, servizio a 16 per 24 coperti, tavola di 26 coperti servita a 29 (testo esplicativo al verso di ciascuna tavola), indice in fine.
Completo.
Legatura coeva in piena pelle marrone, piatti con cornice a rotella fitomorfa dorata, dorso con titolo e fregi ornamentali e filetti impressi in oro, tagli spruzzati azzurro, dediche anticamente manoscritte a china al foglio di guardia anteriore e posteriore.
Rara sesta edizione con figure di questo importante volume culinario contenente tutte le ricette classiche della cucina piemontese; la prima edizione con questo titolo fu impressa a Milano nel 1791.
Il Cuoco Piemontese fu impresso in alcune edizioni milanesi con questo titolo mutato, a indicare per esigenze commerciali, un'aggiunta di piatti per i palati del popolo lombardo. L'iniziativa fu dell'editore Sirtori, poi riproposta dal 1825 dal libraio Giovanni Silvestri.
Scopo del volume, variante de "Il cuoco piemontese perfezionato a Parigi", fu quello di adattare i metodi di cucina francesi all'utilizzo di ingredienti italiani, riflesso della cultura gastronomica francese su quella autoctona. L'opera, si legge nel frontespizio, "istruisce nella scelta e bontà d'ogni cosa appartenente alla cucina, dando la spiegazione degli utensili necessari a tale arte". Insegna inoltre "il vero metodo per il pasticciere e confetturiere, i doveri di un maestro di casa; le minute per le provvisioni delle quattro stagioni, e la maniera di trinciare ogni sorta di cibi".
L'anonimo autore, mai identificato, fornisce centinaia di ricette per zuppe, primi piatti, piatti di carne (di bue, vitello, maiale, montone, agnello, pollame, selvaggina) di pesce (per il mancato sbocco al mare del Piemonte il pesce venne timidamente introdotto nella cucina piemontese d'importazione), legumi, insalate, uova, formaggi, frutta, dolci, prosciutti e salumi, sciroppi, dando indicazioni sulle modalità di tagliare le carni, di servire i cibi a tavola nel modo più appropriato e molto altro.
Ottimo esemplare e perfetto stato conservativo delle tavole.
cfr. Vicaire Bibliographie gastronomique, pag. 899; Westbury, pagg. 69-70. 

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