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Trittico cartagloria. Italia, XV secolo.

Trittico di cartegloria pergamenaceo, manoscritto, di fattura italiana del XVI secolo, contenute in cornici in legno, intagliato e dorato di fattura neoclassica. Le cartegloria sono arricchite da tre raffinate miniature eseguite da abile artista italiano, racchiuse in ampia bordura, dipinta in oro brunito e blu oltremare. Nelle tre pergamene sono presenti inoltre nove capilettera.

€ 2.900,00

Descrizione

Trittico pergamenaceo manoscritto, di fattura italiana del XVI secolo, costituito da due cartegloria di identiche dimensioni (mm 85 x 140) e un cartagloria di formato (mm 210 x 135).
Le cartegloria sono contenute in cornici in legno, intagliato e dorato di fattura neoclassica, quella di maggiori dimensioni su fusto (entro supporto composto da base e fusto).
Sono presenti 3 raffinate miniature eseguite da abile artista italiano, racchiuse in ampia bordura, dipinta in oro brunito e blu oltremare. Nelle tre pergamene sono presenti 9 capilettera.
I pigmenti utilizzati sono l’azzurrite, verde iris, il blu cobalto, lapislazzuli, terra d’ocra rossa, biacca e altre rifiniture. Sono stati usati leganti come la colla di pesce ed il bianco d’uovo affinché permettere ai pigmenti di aderire al supporto, con aggiunta di allume per prolungarne la conservazione.
Qui di seguito i soggetti delle miniature: La Vergine Maria con il cuore trafitto da sette spade; a seguire Re Davide mentre suona la cetra con lo sguardo rivolto al cielo, da cui trae ispirazione per i suoi canti o salmi che sono preghiere, città sullo sfondo; l’ultima raffigura San Giovanni Evangelista che regge un calice dal quale fuoriesce un serpente: si racconta che ad Efeso venne offerto a Giovanni un calice di vino avvelenato. Prima di bere il santo fece il segno della croce sulla coppa e da questa ne fuoriuscì il veleno, sotto forma di serpente verde.
La cartagloria è un oggetto liturgico, usato dal XVI secolo in poi durante la Messa tridentina. Venivano posta sull’altare, una al centro e le altre due ai lati. Solitamente riportano formule in latino tratte dal Messale Romano, facenti parte dell’ordinario della messa.
Servivano al sacerdote per ricordare le formule da recitare.
La cartagloria centrale riporta le preghiere del Canone e dell’Offertorio. La cartagloria posta in cornu Epistulae (sulla destra guardando l’altare) riporta il salmo Lavabo e il Deus qui humanae substantiae, che il sacerdote recita durante l’abluzione nell’offertorio. L’altra tabella, sul lato opposto, contiene l'inizio del Vangelo secondo Giovanni, chiamato l’Ultimo Vangelo, perché si recita quasi sempre identico alla fine della messa.
Ottima conservazione delle pergamene, della calligrafia, delle miniature e delle cornici.

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