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Piranesi, Giovanni Battista

Giovanni Battista Piranesi detto anche Giambattista (*Mogliano Veneto 1720 - †Roma 1778) è stato un incisore, architetto e teorico dell'architettura italiano.
Le sue tavole incise, segnate da un'intonazione drammatica, appaiono improntate ad un'idea di dignità e magnificenza tutta romana, espressa attraverso la grandiosità e l'isolamento degli elementi architettonici, in modo da pervenire ad un sublime sentimento di grandezza del passato antico.
Nel 1740 Piranesi, divenuto consapevole delle scarse possibilità lavorative che gli avrebbe offerto il capoluogo veneto, decise di lasciare la propria terra patria e di trasferirsi a Roma, partecipando in qualità di disegnatore alla spedizione diplomatica del nuovo ambasciatore della Serenissima Francesco Venier. Partito il 9 settembre, arrivò nell'Urbe entro il mese, all'età di soli venti anni, ottenendo un alloggio presso palazzo Venezia. Rivelando ben presto le proprie attitudini da disegnatore, dopo l'iniziale apprendistato con i pittori-scenografi  Domenico e Giuseppe Valeriani e con Giovanni Battista Nolli, intorno al 1740 Piranesi apprese i rudimenti dell'acquaforte sotto la guida di Giuseppe Vasi, titolare di una bottega calcografica che al tempo godeva a Roma di una certa popolarità.
L'interesse per le antichità romane è attestato dall'esecuzione nel 1743 della Prima parte di architetture e prospettive inventate e incise da Gio. Batta Piranesi architetto veneziano; per realizzare questa raccolta di dodici tavole, dove già si impone per le sue notevoli capacità tecniche.
Con il papato di Clemente XIII si moltiplicarono per l'artista gli incarichi e i riconoscimenti ufficiali. Eletto accademico onorario di San Luca nel 1761, e cavaliere dello Speron d'oro nel 1766.
Nel 1761, fu inviato dal Papa a studiare i restauri all'interno del Pantheon; due anni dopo, nel 1763, venne invece incaricato di intervenire sul piedistallo della colonna di Marco Aurelio con una statua della Giustizia e di modificare la zona absidale della basilica di San Giovanni in Laterano, edificio già restaurato da Francesco Borromini tra il 1646 e il 1649. Fu proprio mentre si occupava della chiesa lateranense che Piranesi ricevette la sua commessa architettonica più importante: si trattava della trasformazione della piccola chiesa di Santa Maria del Priorato e della piazza antistante, su commissione del cardinale Giovanni Battista Rezzonico, nipote del pontefice. Il cantiere si concluse nell'ottobre 1766 e restituì alla città di Roma un tempio caratterizzato da un austero ordine settecentesco, ma contraddittorio ed eccessivamente ornato, in linea con le teorie del suo progettista già espresse nel Parere su l'architettura (1765). In questi anni, inoltre, l'operosità del Piranesi si estese anche alla decorazione degli edifici della famiglia pontificia. 

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