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Pipino, Maurizio. Poesie piemontesi. Torino, Reale Stamparia, 1783.

Author: Pipino, Maurizio

Prima edizione di questa raccolta di poesie piemontesi. Come si apprende dalla prefazione, l'opera è stata concepita come seguito al "Vocabolario piemontese", il primo tentativo compiuto di codificare ortograficamente e grammaticalmente il dialetto, normalizzandone pronuncia e grafia.

€ 450,00

Description

In-8°, XII pagg. num. inclusi l'occhietto e il frontespizio, 198 pagg. num., 1 c. non num.
Occhietto, frontespizio figurato con incisione su rame di Cagnoni raffigurante allegoria della Poesia su sfondo agreste, dedicatoria, indice, poesie di vari autori, in fine alfabeto piemontese, errori e correzioni.
Completo.
Legatura di fine Ottocento in mezza pelle marrone con piatti marmorizzati, dorso riccamente ornato  a 5 nervi con titolo e nome dell'autore impressi in oro nel secondo e terzo comparto, tagli con barbe.
Prima edizione di questa raccolta di poesie piemontesi.
Come si apprende dalla prefazione, l'opera è stata concepita come seguito al "Vocabolario piemontese", il primo tentativo compiuto di codificare ortograficamente e grammaticalmente il dialetto, normalizzandone pronuncia e grafia. L’opera consiste nella riproduzione della raccolta di lirici vernacolari piemontesi curata dal Pipino. Testo contenente: poesie di vari autori (le poesie firmate sono di Alberto Avedani e di Lesbio Argisseo, le altre sono anonime o firmate con le sole iniziali), poesie di Silvio Balbis, alcune di Ignazio Isler.
Maurizio Pipino (*Cuneo 1739 – †Simi 1788), medico e scrittore italiano, è principalmente conosciuto per aver compilato la "Gramatica Piemontese".
Oltre ad aver fornito un importante contributo alla formalizzazione del piemontese, fu coinvolto nel progetto del regno sabaudo affinchè incrementare l'uso del dialetto e allo scopo di valorizzare l'identità nazionale piemontese. Le opere linguistiche sono didascaliche e sono state ragionate per insegnare il dialetto alla principessa Maria Clotilde, all'epoca futura sovrana del Regno di Sardegna.
Poco è noto sulla sua formazione. Rimasto vedovo in giovane età, intraprese dapprima la professione medica presso la Corte sabauda, dedicandosi parallelamente agli studi dialettali, favorito dal gradimento nei confronti della parlata da parte di alcuni membri del casato e dalla stessa principessa Maria Clotilde, alla quale sono dedicate le opere.
Ancor oggi i suoi lavori sono considerati divulgativi e facilmente comprensibili.
L’opera si presenta in buono stato di conservazione. Segnaliamo tracce di colla ai fogli di guardia e contropiatti e piccola mancanza alla cuffia superiore.
cfr. Clivio 215.

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